mercoledì 27 giugno 2012

Sfida a 4 mani: la torta di Mr Bean

Mio figlio non mangia dolci. Nessun tipo di dolce o torta o biscotto, quasi quasi neppure il gelato. Mai assaggiato il cioccolato. Niente nutella, né caramelle o gomme. No pasticcini o pastarelle. 
E non è una di quelle cose di cui posso attribuirmi il merito! Avete presente quante opzioni di merenda/colazione/spuntino si escludono? E come ci rimangono male le persone che non lo sanno quando gli offrono un dolcetto tutti orgogliosi e convinti di fare la sua felicità??  
Mio figlio non è un bambino goloso e, ormai, io e il suo golosissimo papà ce ne siamo fatti una ragione.
Però... però, nel suo immaginario c'è una cosa che gli fa gola. Da sempre. 
E' qualcosa cui pensa quando mi vede trafficare in cucina, quando prendo uova, zucchero e farina e peso, frullo, impasto... 
come fosse una naturale conseguenza di tutto quell'armeggiare... 
la torta di Mr Bean. 
Quando mio figlio pensa a una torta, lui pensa alla torta di Mr Bean, una mattonella di cioccolato nerissimo con una glassa chiara e una farcitura cremosa. Tanto irresistibile da doverla rubare, rischiando il linciaggio da parte della corpulenta padrona di casa, tutt'altro che friendly nell'aspetto e nei modi - gatto guercio compreso. Tanto irresistibile da strappargli una promessa: "Mamma, se mi fai la torta di Mr Bean, ti prometto che l'assaggio".
Ah sì? Una sfida? Una scommessa? 
E sia! 
Io e Gamberetto ci siamo divisi il lavoro e gli attrezzi:
Lui l'idea, Io la ricetta.
Lui la ricerca dell'episodio, Io la spesa. 
Lui lo sbattitore, Io forno e fornelli.
Lui paletta e cucchiaio, Io macchina fotografica.


La torta di Mr Bean (in versione estiva)

adattata da una ricetta di At Home with Magnolia 

Questi gli ingredienti utilizzati per uno stampo da 20 cm:


180 gr di Farina 00                            Per la farcitura:   
115 gr di Burro                                 250 gr di gelato alla nocciola
300 gr di Zucchero
2 Uova piccole                                  Per la copertura:
100 gr di Latte                                 200 ml di Panna fresca
70 gr di Cacao amaro                         50 gr di Cioccolato fondente
50 gr di Cioccolato fondente 
1/2 bustina di polvere lievitante
un cucchiaino di estratto di Vaniglia
un pizzico di sale


Lui ha sbattuto con le fruste elettriche il burro e 1/3 dello zucchero fino a farne una crema soffice e spumosa. Poi ha aggiunto un uovo intero.
Io:"Allora cucciolo, rompi l'uovo sul bordo della ciotola, piano piano, eh!". Troppo tardi... l'uovo è andato mezzo dentro e mezzo fuori, così ne abbiamo aggiunto un altro piccolino... 
Lui ha continuato a sbattere aggiungendo lo zucchero restante poco alla volta. 










Ha incorporato il cacao amaro al composto di burro, uova e zucchero, setacciandolo con un colino. Ha diluito con il latte miscelato all'aroma vaniglia e a questo punto, finito il gioco dello sbattitore elettrico, ho continuato da sola  a mescolare con un cucchiaio di legno, incorporando delicatamente la farina già setacciata con il lievito e il pizzico di sale, mentre lui si impiastricciava le mani a imburrare lo stampo a cerniera.
Io ho sciolto a bagnomaria il cioccolato fondente e ne ho aggiunto metà all'impasto della torta. L'altra metà l'ho conservata a temperatura ambiente (quindi al caldo!!) per aggiungerla alla panna montata. 


Ho anche acceso il forno a 160°. Lui ha infarinato lo stampo da 20 cm. 
(Ovviamente se usate uno stampo più grande dovrete aumentare le dosi almeno della metà).
La torta ha cotto per 40-45 minuti. Lasciatela raffreddare completamente prima di sformarla, preferibilmente coprendola con un canovaccio. 



Al momento di farcire la torta Io e Gamberetto ci siamo riappropriati dei nostri strumenti.
Io ho tagliato a metà la torta; Lui ha ammorbidito il gelato lavorandolo con una paletta di legno, fino a renderlo spalmabile.
Poi siamo passati alla copertura. Lui ha montato la panna e io ci ho mescolato il cioccolato fuso. 
Ho ricomposto la torta e l'ho spalmata di panna. Per nulla raffinata, ma efficace!
Tenuto in frigo sino al momento di servirlo, questo dolce un pò invernale si è adattato benissimo al passaggio di Scipione


PS: Lui non ha assaggiato neppure una briciolina, ma è rimasto molto soddisfatto del risultato finale e della voracità con cui io, Gigione, nonni e zii e abbiamo gradito!


Con questa ricetta partecipo al contest Sfida a 4 mani tra favole e fornelli  di Serena e Sonia



martedì 19 giugno 2012

Di cuore!

The Simpsoooooon! Para pppa parara ppa ppa raaaa parararà! 


Episodio 18 Serie 20: Papà la sa più corta. 
E ci credo bene! Perché il papà in questione è proprio lui, il disatroso Homer Simpson! Potrà mai saperla più lunga di altri papà? 
Ci prova, come sempre con il cuore. E con quel suo cuore pasticcione, in particolare. Vuole fare il bravo padre, prendere in mano la situazione (per una volta Marge è impegnata a prendersi cura di sè) e seguire i figlioli, aiutarli ad affermarsi, ad avere un futuro di successi.


Primo: aiutare Bart negli studi per evitare che diventi il subalterno del più nerd tra i nerd dei suoi compagni...     
Secondo: insegnare a Lisa, la figlia studiosa, responsabile e intelligente, a essere anche popolare. 
Ah! Non facile! Bart è troppo intento a farsi passare uno spaghetto da una narice all'altra... 
E come rendere Lisa popolare e ben voluta tra la gran massa delle ragazzine sue coetanee, irrimediabilmente frivole, civettuole, superficiali? 


Con il libro giusto alla mano! Capitolo X, pagina Y. Homer è andato in biblioteca, e, nella sezione "risolvi i problemi di tua figlia", ha scelto il libro che spiega tutti i trucchi per entrare a far parte della cricca dominante.
Ho drizzato le antenne. "Questo sì che mi potrà tornare utile!", ho pensato. 


Fondamentale è imparare a fare un uso tagliente e velenoso della propria loquacità...  
A tale scopo, si illustrano alcune nuove "figure retoriche": 


1) Ansulti. Dicesi "ansulti" gli insulti mascherati da complimenti. Le donne eccellono nell'arte dell'ansulto, soprattutto quando si tratta di estetica e moda: "Belli i tuoi pantaloni harem! Ma sono per caso tornati di moda??" 
2) Biglietti di invidio. Un pò in disuso, per la verità, sono stati egregiamente sostituiti dai messaggi sulla bacheca di Facebook. Raggiungono i più alti vertici di retorica e falsità. Altrettanto dicasi delle risposte.  
3) Abbracci odianti. In alcuni momenti della vita ci toccano. Anche i nostri peggiori nemici si sentono in dovere di abbracciarci (e baciarci) il giorno del nostro compleanno, a Natale, se ci sposiamo o se ci è successo qualcosa di brutto.  
4) Spam con timide lodi. Tipico di questa categoria è l'uso inflazionato dei vari "cara", "tesoro", "bella". 
5) Ritiro alla Toledo. Si caratterizza per l'intenzione di umiliare un singolo. Come quando si è in gruppo e si organizza qualcosa da fare che in apparenza non vuole esplicitamente escludere il singolo, ma di fatto sì.   


Vale a dire che nelle scuole, negli uffici, ovunque ci sia un gruppo di persone che si frequenta con regolarità, a dominare è sempre chi sfodera una lingua tagliente e biforcuta prima e più degli altri, chi non rinuncia mai alla propria necessità di aprire bocca e dargli fiato?! Vale a dire che non si diventa popolari e ben voluti da tutti per la propria discrezione, sensibilità e educazione?!
E allora sai che c'è??? Di tanto in tanto, nei casi di cui sopra,  concendiamocelo, un bel vaff@#çù[*!!  Di cuore! 




Ed è con il cuore che condivido con voi, questi genuini dolcetti, che per me sono diventati una variante super veloce e leggera della torta di grano saraceno, tipica del Trentino.


Muffins di grano saraceno

riadattata da una ricetta di Marco Bianchi 


Ingredienti per 12 muffin 



1 vasetto di yogurt greco (da usare come unità di misura)
1 vasetto di zucchero grezzo
3 vasetti di farina di grano saraceno
2 albumi
1/3 di vasetto di olio extra vergine d'oliva
1 bustina di polvere lievitante 
la scorza di un limone non trattato
un pizzico di sale
marmellata di mirtilli rossi



Versate lo yogurt in una terrina. Sbattetelo con lo zucchero. Setacciate farina, lievito e sale e uniteli allo yogurt. Diluite con l'olio. Aggiungete la scorza di limone e gli albumi montati a neve, incorporandoli delicatamente.
Distribuite l'impasto nei pirottini e nello stampo da muffins aiutandovi con un sac à poche. Cuocete in forno caldo a 170° per 25 minuti. 
Lasciate freddare i muffins completamente, tagliate la parte superiore (con un coltello da pane è impossibile sbagliare!). Ricavate un cuore con un tagliabiscotti, ricomponete il muffin e riempite lo spazio di marmellata. 
In un sacchetto per alimenti si conservano bene anche per tre giorni. 

venerdì 15 giugno 2012

Torta fredda allo yogurt greco

La torta dell'estate!
Un classico intramontabile!


E diffidate dalle imitazioni confezionate dal sapore stereotipato!
Vi darà grande soddisfazione! Udite, gente! Udite questa ricetta e memorizzatela! Troppo facile per non provarla, troppo versatile! 
Basta ciambelloni tristi e biscotti rinsecchiti: è estate! 


Torta fredda allo yogurt greco e frutti di bosco

vista su deliziando

Ingredienti per uno stampo da 20 cm 


150 gr di Biscotti integrali 
70 gr di Burro
500 gr di Yogurt greco intero
200 gr di Panna fresca 
70 gr di Zucchero a velo
8 gr di colla di pesce
scorza di limone
Frutta a piacere


Iniziate foderando uno stampo a cerniera con carta forno, ungendola con pochissimo burro a mo' di collante. 
Sciogliete il burro e lasciatelo intiepidire. Tritate i biscotti piuttosto grossolanamente usando i mezzi di cui disponete: un mixer, un frullatore, un minipimer, un mattarello, le vostre nude mani (pulite)...
Unite il burro ai biscotti tritati e componete il fondo della torta pressando il composto con il dorso di un cucchiaio o con un batticarne. Ponete in frigo e preparate la crema. 
Mettete la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per 5 minuti. 
Nel frattempo sbattete lo yogurt con lo zucchero e la scorza di limone. 
Sciogliete la colla di pesce strizzata in due cucchiai di acqua calda, senza portare ad ebollizione e aggiungetela allo yogurt.
Montate la panna e incorporatela allo yogurt delicatamente senza smontarla, mescolando dal basso verso l'alto.
Versate la crema nello stampo e livellatela. Lasciatela in frigo almeno 2-4 ore prima di decorarla e servirla. 
Volendo si possono fare milioni di varianti. Tutte quelle che la vostra fantasia e la vostra golosità vi suggeriscono. Si può aggiungere la frutta direttamente sul fondo o nella crema. Oppure sopra a cascata come ho fatto io: fragole e fragoline di bosco, more e mirtilli. E foglioline di menta per profumare.   




Con questa ricetta partecipo al contest di Morena, Un dolce al mese per il mese di giugno, in cui è protagonista lo yogurt:



domenica 10 giugno 2012

Spezzatino di rana pescatrice con la ratatouille

 Ho comprato mezza rana pescatrice senza sapere esattamente cosa ci avrei fatto. Ma era così bella! Ed è così buona! Ho subito chiesto aiuto alla cucina di Ivan & Ilaria e subito sono arrivati i suggerimenti, espressi e di cuore. Cuore di cuochi. 
Poco importa che poi io abbia fatto di testa mia, in fondo era esattamente quello che volevo: un'ispirazione libera e sincera davanti a frigo e fornelli. Importante è sapere che per ogni dubbio, per cercare un suggerimento, per rimediare ad un errore in cucina - quando possibile - lì ti risponde sempre qualcuno!
Da quando mi diverto a condividere quello che succede nella mia cucina, mi tocca prendere appunti. Carta e penna e annoto ogni movimento di ingredienti dal frigo ai fornelli, altrimenti rischio di dimenticare tutto! Così è stato per decidere la destinazione d'uso della pescatrice preparata venerdì per cena. 





Spezzatino di rana pescatrice con la ratatouille

Ingredienti per 2 persone




500 gr di Rana Pescatrice
1 Peperone giallo
1 Melanzana 
1 Zucchina
4 Pomodorini piccadilly
8 olive Kalamata 
2 cucchiai di vino 
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
sale 
pepe




Per il puré di accompagnamento:


1 Cipollotto
1 grande Patata (circa 250 gr) 
1 piccola Lattuga 
2 rametti di Santoreggia
sale 




Lavate e pulite tutte le verdure e tagliatele a dadini. Saltatele in padella con i due cucchiai di olio, poco sale e qualche cucchiaio di acqua se necessario per portarle a cottura. 
Io ho aggiunto i pomodorini, privati dei semi, quasi a fine cottura. 
Nella vaporiera, ma va bene anche a bagnomaria, ho cotto il pesce tagliato a dadini insieme alle olive e bagnato con il vino. 
Per il puré di patate e lattuga, fate appassire in un tegame il cipollotto e la lattuga tritata, con pochissima acqua. A cottura ultimata, aggiungete la santoreggia (o altra erbetta aromatica a vostro gusto; a me la santoreggia piace molto, ha un gradevole sentore di limone e cresce benissimo sul mio balcone!) frullate con un minipimer. Lessate la patata e schiacciatela con un passaverdura, poi incorporatela bene al passato di lattuga.
Componete il piatto come più vi piace: io ho preferito fare a strati, sotto il puré, poi la ratatouille a dadini e sopra i bocconcini di pesce, con tutto il loro sapore naturale, appena spolverati di pepe verde. 
  



Questa ricetta è compatibile con un regime dietetico: cioè, ciascuno segue il suo, è vero, ma questo piatto è equilibrato in tutti i nutrienti e perciò mi sento di consigliarvelo, senza rischiare di sollevare un polverone di opinioni contrastanti.
Quanto alle calorie: 123 Kcal la porzione di pesce, 110 Kcal la porzione di puré e 170 Kcal la ratatuille. 403 Kcal e non è male per un piatto unico! 


Con questa ricetta partecipo al contest di Cotto e Sgorgolato, Noi la prova costume la supereremo alla grande...


giovedì 7 giugno 2012

Los alfajorcitos de los indivanados indiavolatos

Fanno tremare il mondo con un dito. 
Fanno vibrare il mondo, comodamente, seduti sul divano di casa propria
Si sollevano ad uno ad uno come in una grande hola virtuale, a colpi di status e twit. 
Sono pungenti e severi, brillanti e bacchettoni, sono condivisi e temuti. 


Il termine indivanados non l'ho certo inventato io, ma quando l'ho letto, l'ho trovato così calzante! Una crasi tra le parole 'indignato' e 'divanado' (neologismo che descrive la posizione di chi guarda la televisione, e metaforicamente tutta la realtà circostante, senza un briciolo di spirito critico).   
Perfetto per descrivere il nuovo modus vivendi della coscienza popolare del Terzo millennio. Seduta, appunto, ma vigile.  
Gli indivanados non hanno bisogno (o voglia) di scendere in piazza. Se ho ben compreso l'identikit dell'indivanato tipo, piuttosto non ne ha il tempo o il denaro. Vuoi mettere che se non sei (ancora) disoccupato, potrebbe costarti troppo abbandonare il lavoro e raggiungere la piazza...



Di cultura medio-alta e con una discreta posizione professionale, l'indivanato ha molto da fare con i propri problemi di vita pratica e reale, motivo per cui appare oberato e alienato. Ma il cervello e la coscienza gli restano sempre in modalità 'acceso e operativo', per cui alla prima pausa capta gli stimoli che arrivano dall'esterno, li metabolizza e, in una manciata di secondi, elabora un'opinione che non può fare più a meno di esternare e diffondere. Sul web, naturalmente.   


Gli indivanados sono armati di tutta la tecnologia disponibile sul mercato, grazie alla quale sferrano attacchi alla brutta classe politica di casa nostra, agli speculatori di ogni razza e religione, rivelando che il seme dell'indignazione è stato sparso su un terreno fertile ed è in fase di germinazione. 
E' un segnale positivo; è meglio del far "spallucce".  
E siccome mi sono ripromessa di fare esercizio di ottimismo, di prendere in considerazione solo esempi positivi, visto il fatalismo e l'arrendevolezza che si respirano in Italia, ho deciso di simpatizzare con il movimento (poco movimento) di coloro che si tengono aggiornati e s'incazzano! 
A loro dedico la mia ricetta di oggi: dolce, dolcissima e che proclama come suo luogo d'elezione nientepopodimeno che il divano!
Perché chi prova indignazione deve averne viste di ingiustizie, di raggiri, di prepotenze, di bassezze e rischia molto di vivere col sangue amaro.
Sgranocchiando questi biscottini Report, Servizio Pubblico, L'Infedele e Piazza Pulita saranno più digeribili...


Alfajores de maicena al dulce de leche

ricetta di Tuki, la ciliegina sulla torta

Ingredienti per 30 alfajores (60 biscotti)


100 gr di Zucchero

130 gr di Burro

3 tuorli 

180 gr di Maizena

120 gr di Farina 00

1 cucchiaino di polvere lievitante

1/2 cucchiaino di bicarbonato

un pizzico di sale



per il dulce de leche:

una lattina di latte condensato

una pentola a pressione 



Lavorate a crema il burro a temperatura ambiente con lo zucchero (io ho usato zucchero grezzo chiaro), amalgamate i tuorli uno alla volta (meglio se a temperatura ambiente). 
Setacciate farina, maizena, lievito, bicarbonato e pizzico di sale e impastate. Formate un panetto, rivestitelo di pellicola e lasciatelo riposare in frigo per almeno 2 ore. Io tutta la notte! 
Nel frattempo preparate il dulce de leche. Esistono decine di ricette per farlo in casa; in questo caso ho scelto la più comoda! Visto che mi sono ispirata alle rivoluzioni che si fanno sul sofà, una volta tanto non mi sono voluta complicare la vita ^_^
Mettete nella pentola a pressione la lattina di latte condensato ricoprendola di acqua, almeno di un paio di centimetri. Sigillate la pentola e contate 25 minuti dal fischio. Io, distratta dai miei coinquilini, ho perso il conto e ho spento probabilmente troppo presto, perché il mio dulce de leche è risultato un troppo pallido. Ma buono lo stesso! Si conserva in frigo in un vasetto di vetro, ma non ho esperienza per sapere quanto a lungo resterà buono!
Prendete il panetto dal frigo e dividetelo in due, perché occorreranno due infornate per cuocere tutti i biscotti (no? ma che forno avete!). Dovrete cercare di non scaldare troppo l'impasto mentre lo stendete. 
Spessore 4-5 mm. Tagliapasta tondo liscio, diametro massimo 3 cm. Più sono freddi quando infornate, più resteranno in forma.
Forno a 180°. Ripiano intermedio. Minuti 10. 
Ma vigilate attentamente! Dovrete sfornarli appena accennano a dorarsi.   



Se, dopo aver preparato gli alfajorcitos de maicena, volete tenervi aggiornati sul movimento (poco) degli indivanados e sul suo portavoce Gabriel Ektorp (sì, Ektorp come il famoso divano Ikea... ), cliccate qui.

  

lunedì 4 giugno 2012

Notti magiche. Scommettiamo?

Lo sport è considerato un momento molto elevato della vita associata. Lo è sempre stato, come dimostrano il mondo classico e tutte le culture più antiche in cui i 'giochi' assumevano una funzione rituale, quando non addirittura liturgica.
Ma ogni forma di sport, quindi anche il calcio, nel tempo è andata modellandosi parallelamente alla nascita ed evoluzione di altri fenomeni umani caratteristici dell'era contemporanea, come l'economia di mercato, le cui leggi sono tanto rigide quanto le regole matematiche che ne sono alla base... per farla breve, alcuni sport, selettivamente scelti dalle leggi di mercato e sopra a tutti il calcio, sono evoluti da fenomeni umani dell'ambito vitale del 'gioco' a veri e propri prolungamenti delle logiche che sottendono alla produzione economica.


Il calcio professionistico, sebbene sia giusto tenere distinte le intenzioni diverse di tutti i suoi attori (società sportive, ultras, sponsor, calciatori e aspiranti tali), porta addosso, ormai, pochi e sbiaditi segni del suo carattere ludico, come fare libero da scopi, che gode di sé stesso e niente più.
Lo scandalo delle 'calcio-scommesse' mi ha fatto tornare in mente la lotta di classe, e immediatamente ho associato i calciatori alla forza-lavoro che produce lo spettacolo "partita di calcio" e che non gode completamente (!!!) dei frutti del suo lavoro. Forse per un periodo è stato anche così, romanzando un pò. 
Poi? Milioni di euro, titoli e trofei, belle donne e popolarità. Possono bastare per tanta piccola gente comune. Ma quando sei a un passo dal poter dirigere il gioco e muovere a tuo favore un meccanismo che ti ha già annientato? 
Ecco, affiorano gli istinti più bassi dell'animo umano. 


Come sono diversi i nostri maschietti che sognano il calcio! Il calcio più bello lo giocano loro!
Ché per dar due calci al pallone vincono la timidezza e costruiscono amicizie che durano anche oltre il triplo fischio. 
Ché se non c'è il campo fanno 'battimuro'. 
Ché i 50 cent per il biliardino valgono una vita intera. 
Ché ti interrogano, album Calciatori Panini alla mano, fino alla Lega Pro.
Ché il torneo di calcetto si fa a tutti i costi e poi si va a lavorare coi dolori per una settimana.
Ché con la scusa del Subbuteo, noi si fa una bella cena tutti insieme.  
  

Aspettando gli Europei siamo pronti a scommettere che in un momento di grande imbarazzo, come questo, il calcio italiano vorrà dimostrare che oltre le truffe c'è di più.
Non sarà nobile, né liturgico, né ludico, né tanto libero, ma resta inevitabilmente magico.  


Farfalle fredde al salmone



Ingredienti per 6 persone:

500 gr di Farfalle - 1/2 mazzetto di Rucola - 250 gr di Salmone affumicato - 100 gr di Olive nere - 50 gr di Pecorino Romano - 1 limone - Olio extra vergine d'oliva - sale e pepe nero.

Lavate e asciugate la rucola. Tagliatela in una capiente insalatiera in cui metterete anche tutti gli altri ingredienti. Tritate il salmone affumicato. Denocciolate le olive e tagliatele in 4 parti. Mescolate i vari ingredienti con un pizzico di sale, abbondante pepe e poco olio extra vergine d'oliva. 
Lessate la pasta in abbondante acqua bollente e salata. Scolatela al dente - attenzione perché le farfalle sono insidiose! - e passatela sotto l'acqua corrente fredda per bloccare la cottura. Scolatela accuratamente e versatela nella ciotola con gli altri ingredienti. Spremete il limone direttamente sulla pasta: servirà a non farla incollare! Ricavate delle scaglie dal pecorino e aggiungetele delicatamente alla pasta. Irrorate di olio ma senza esagerare. Lasciatela raffreddare a temperatura ambiente e poi riposare in frigo per almeno un paio d'ore. 

Bruschette con verdure

gentilmente offerte dalla padrona di casa Costanza-zia Coki

Zucchine trifolate
Pomodorini ciliegia e basilico
Tris di verdure (piselli, carote baby e patate lesse)

Pane casereccio



Sulla brace


Rosticciane (o costine o spuntature di maiale)

Spiedini 


NB: i piatti di carta che si intravedono sono concessi e ammessi poiché la padrona di casa, gentilissima e adorabile come sempre, porta con sé un pancione datato 37 settimane!


Ciambelline al vino

Così abbiamo concluso la cenetta: ciambelline pucciate nel Porto!


Ingredienti per circa 30 ciambelline:
500 gr di Farina 00
un bicchiere di Olio di semi (per misurare uso il bicchiere di plastica classico)
un bicchiere e mezzo di Vino bianco
200 gr di Zucchero grezzo chiaro
Pizzico di sale 
8 gr di polvere lievitante



Tenete da parte 50 gr di zucchero. Impastate tutti gli altri ingredienti fino ad ottenere una palla di impasto compatta e non appiccicosa. Ricavate dei salsicciotti di impasto che attorciglierete sovrapponendo leggermente le estremità. 
Preriscaldate il forno a 180°. Pressate leggermente le ciambelline in un piatto con lo zucchero, poi riponetele sulla leccarda rivestita di carta forno.
Cuocete per 20/25 minuti.  

venerdì 1 giugno 2012

A tutta salute!


Oggi ho fatto colazione così:



Mi sono svegliata già stanca, come credo che capiti qualche volta, quando non si ha riposato bene, oppure quando si ha davanti una lunghissima giornata prima di potersi dedicare a quello che più amiamo e che più ci gratifica. 
Per me il venerdì è spesso così: una corsa verso il weekend. 
Stamattina più che correre, arrancavo, sbadigliando. Desideravo tremendamente un uovo sbattuto con lo zucchero, o una brioche grondante di marmellata... 
Ho fatto di meglio!
Per ragioni che ancora non comprendo appieno, mi sono accorta di una curiosa compresenza nel frigo: arance e melone. Ohoho! 
Non sto qui a dirvi di aver fatto chissà quale scoperta, ma, concedetemi di suggerirvi la mia colazione sottolineandone la bontà e la carica energetica!!  


Smoothie arancione


Ingredienti per 2 persone:

1/2 melone 
2 carote
2 arance 
1 mela 
1 limone
2 cucchiai di miele 

Frullate tutti gli ingredienti con un cubetto di ghiaccio se vi piace, per alcuni minuti.
Mi piacerebbe dirvi anche che insieme al frullato ho mangiato altro... ma non corrisponderebbe a verità e potrei venire facilmente smascherata da Gigione (che ancora non riesce a fare il suo primo commento al mio blog! Tze'!) come impostrice!

Prima di lasciare le mele per la pausa estiva, ho preparato una ciambella che accompagna perfettamente lo smoothie arancione.
Una sera che ragionavo o meno sull'acquisto di un libro di Montersino, ho optato per il risparmio selvaggio e fatto appello alle mille risorse della rete!


Angel Cake al muscovado con le mele

Ispirata alla ricetta di Luca Montersino 


250 gr di Albumi* a temperatura ambiente
200 gr di Zucchero muscovado
4 gr di Cremor Tartaro (non sostituitelo! serve a legare gli albumi!)
100 gr di Farina 00
un pizzico di sale
10 gr di Amaretto (io non l'ho messo)
aroma Vaniglia (io Vaniglia Bourbon in polvere 1/2 cucchiaino)
la scorza grattugiata di un Limone
2 Mele Fuji                                                                           
*1 albume pesa tra 35 e 45 grammi


Setacciate insieme tutti gli ingredienti asciutti in una ciotola, aggiungendo solo metà dello zucchero. Montate a neve gli albumi con metà dello zucchero, ma dovranno essere a temperatura ambiente, altrimenti non si avrà un buon risultato. Nella ricetta di Montersino gli albumi vanno scaldati a bagnomaria fino a 45°. 
Incorporate gli albumi alle polveri mescolando con un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto. A questo punto potete aggiungere il liquore se vi piace.
Io l'ho cotta in uno stampo a ciambella di 24 cm (imburrato e infarinato) e l'ho cosparsa di fettine di mela; in forno a 160° per 20/25 minuti.
Lasciatela freddare direttamente nel forno e mangiatela possibilmente il giorno dopo, o dopo alcune ore, perché a quel punto sprigionerà tutti i suoi aromi. 



Buon weekend!


Con la ricetta dello Smoothie arancione partecipo al contest di Claudia La ricetta del mio BenEssere